Acquario più bello del mondo è ad Osaka
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Nakai Namba Park Station ad Osaka
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Cosa vedere in Giappone in 15 giorni
Cosa vedere in Giappone in 15 giorni Link veloci alle città: Tokyo Kyoto Osaka Una metà sorprendente e ineguagliabile, non basterebbero degli anni per vederlo e capirlo a fondo, proverò a spiegarvi il mio viaggio di due settimane in Giappone. In questo modo sarete più preparati e potrete ottimizzare il tempo che avete a disposizione. Vuoi ottenere un buono di 15€ per il tuo prossimo soggiorno con Booking.com? clicca qui! Informazioni Generiche Cosa fare prima di arrivare in Giappone: richiedere dall’Italia il Japan Rail Pass, un abbonamento per stranieri ai treni Giapponesi, sarà abbastanza costoso, ma vi assicuro che conviene rispetto ad acquistare i biglietti direttamente sul luogo. Cosa fare appena atterrati in Giappone: se atterrate a Tokyo è consigliabile fermarsi all’Information Point per turisti alla stazione dell’aeroporto. Solo lì è possibile acquistare dei biglietti della metro di 48 e 72 ore che convengono notevolmente rispetto ai biglietti giornalieri che si trovano comunemente nelle altre stazioni. Già che ci state prendete anche una mappa della metro e delle città. Non vi spaventate se sulle mappe troverete svastiche da tutte le parti, è un simbolo che rappresenta un luogo sacro buddista, purtroppo ripreso dal Hitler per il nazismo. La metro giapponese: Vedere decine di linee Metro diverse e un infinità di stazioni in un paese che non usa il nostro stesso metodo di scrittura può mettere paura. Invece bisogna ammettere che la metro giapponese è studiata per essere comprensibile anche ai turisti. Ogni linea ha una lettera e ogni fermata un numero che la contraddistingue. Sarà facile dire tipo: mi trovo in M20, devo arrivare a M18 e cambiare con la linea H (esempio a caso). Chidere ai passanti delle informazioni potrebbe non essere tanto utile. I giapponesi sono un popolo fantastico che cercherà in tutti i modi di aiutarvi se vi vede in difficoltà. Il problema è che spesso provano a darvi una risposta anche se non sanno bene di cosa stanno parlando o se non hanno capito a pieno cosa state chiedendo. Per questo motivo consiglio vivamente di scordarvi il vostro inglese perfetto e limitarvi a domandare utilizzando solo una parola, ad esempio invece di chiedere: where is the underground? otterrete più risultati dicendo solo Metro-station. Gli Indirizzi: Non si capisce come un popolo così preciso possa convivere con un sistema di indirizzi vago e dispersivo. Il loro metodo tende ad individuare sempre più minuziosamente la zona d’interesse: partono dicendo la prefettura, poi la municipalità, poi il distretto, il blocco e il numero di abitazione. Il problema più grande è proprio il numero di abitazione che va per ordine di costruzione e quindi un po’ a caso. Spesso chiedendo un indirizzo ad un giapponese (che comprende l’inglese) vi risponderà dicendo: si è da queste parti… sottointendendo che siete vicini ma che vi dovete cercare il palazzo giusto. Un altro problema delle Metropoli giapponesi è che in un palazzo possono esserci molte attività commerciali diverse nei piani superiori o inferiori. Si entra nel negozio al piano terra e sulle scale si trova una mappetta con i nomi (spesso giapponesi) di ciò che si trova negli altri piani. Due settimane in Giappone Cosa vedere in Giappone in 15 giorni Un piccolo inciso che può essere utile nel caso in cui ci siano problemi con gli scali aerei. La mia avventura di due settimane in Giappone è iniziata con una sosta involontaria a Pechino, unico scalo per arrivare a Tokyo. In aeroporto infatti mi hanno subito comunicato che il mio volo era stato cancellato per colpa di un tifone e che sarei dovuto ritornare in aeroporto mattina seguente. Sono andato ad ottenere il visto di un giorno per la Cina e a chiedere ad Air China a che ora sarebbe partito il mio nuovo volo. Con diverse difficoltà sono riuscito ad ottenere un albergo pagato da Air China per la notte poco distante dall’aeroporto. A questo punto ho dedicato la mia serata alla visita di Pechino. Pechino, stranezze e tradizioni cinesi Se dovessi dare un aggettivo alle sensazioni che mi ha fatto la Cina nel nostro unico giorno di soggiorno a Pechino direi: Contrasto. Giorno 1: Pechino É chiaramente percettibile la differenza culturale e lo stile di vita. Anche se le nuove generazioni sono decisamente più vicine al nostro mondo. Appena usciti dall’aeroporto ci si rende subito conto della mole di traffico e di smog di Pechino. Per arrivare al centro si passa d’innanzi a palazzi enormi con particolari che richiamano alla tradizione cinese. Nelle zone commerciali questa tradizione sperisce, soggiogata da enormi schermi che ricoprono il cemento. Si ha quasi l’impressione di trovarsi a piccadilli circus, ma invasa da cinesi. Piazza Tian an men La zona che più mi ha colpito é la piazza Tian an men, dove si ha lo scorcio d’ingresso alla città proibita, al mausoleo di Mao, al parlamento e al museo cinese. La quantità di persone davanti alle attrazioni é incredibile, pensavo di essere preparato ma trovandomici devo ammettere che non é comprensibile se non ci si trova. Qualsiasi informazione va chiesta a più persone diverse, spesso i cinesi non comprendono a pieno ciò che gli stai domandando. Per raggiungere un tipico market abbiamo ottenuto indicazioni molto contrastanti. Una volta raggiunto il vicolo dove si estende il mercato ci siamo completamente immersi nella Cina che tutti raccontano e che più sconvolge noi occidentali: spiedini fritti di scorpioni, larve, stelle marine, ma anche cibi più comuni come calamari (interi), polpi, dolci caramellati e bibite ghiacciate fumanti tramite un processo chimico che non sono riusciti a spiegarci. Altri particolari da annoverare sono le telecamere veramente ovunque, i motorini che attraversano le folle di pedoni nonostante il semaforo rosso, l’assenza totale di caschi per i veicoli a due ruote. L’idea che mi sono fatto dei cinesi é di un popolo indisciplinato, ma che sta migliorando, i vecchi hanno abitudini terribili come sputare per terra (uomini e donne), nei giovani vanno svanendo. Abbiamo visto poco e quel poco non ci ha fatto una buona impressione, di certo ci sono la